“Pinocchio, occhio di pino” … è questo il titolo del progetto annuale che vivremo con i bambini attraverso la
metodologia della “Globalità dei linguaggi” di Stefania Guerra Lisi. Un percorso di formazione specifico ci ha
permesso di rileggere questa storia con occhi nuovi e di ritrovarla incredibilmente attuale per i messaggi
che trasmette. Mettendoci in gioco, abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con le nostre percezioni, i
nostri limiti, le nostre paure.
Desideriamo quindi far vivere ai bambini un’esperienza significativa, in cui possano lasciare tracce di sé e in
cui possano trovare quei limiti di cui hanno bisogno. Nello stesso tempo li accompagneremo nel processo
che permetterà loro di conoscersi attraverso le sensazioni vissute con il corpo, la sperimentazione, il
contatto e il confronto con l’altro.
Tutto questo in un tempo dedicato, impregnato di significato in cui, per noi insegnanti, è possibile avere
riguardo nei loro confronti. Riguardo nel senso stretto del termine: poterli cioè ri-guardare, osservare in un
contesto non giudicante, di unione, in cui non c’è un giusto o uno sbagliato, ma solo la possibilità di sentire
e di esprimersi. Di sentire attraverso la pelle, che a Pinocchio manca. Pinocchio, attraverso l’arte del gioco e
l’arte di vivere narrata da Collodi, riuscirà a conquistare la sua pelle, la sua identità e autonomia , obiettivi
principali della scuola dell’infanzia.
Abbiamo così iniziato la nostra avventura partendo dalla lettura del libro di Collodi e quel linguaggio antico,
toscano, “saporito” ha incantato i nostri piccoli ascoltatori.
C’era una volta…- Un re! –diranno i miei piccoli lettori. No,
ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno.
Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da
catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei
caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze.
Il primo pezzo di storia ci accompagna a sentire attraverso la nostra pelle, attraverso i nostri sensi… di cosa
era fatto Pinocchio? Accarezziamo la corteccia, la annusiamo, individuiamo le sue caratteristiche; poi
sentiamo la nostra pelle e quella dei compagni, individuando differenze e similitudini.
Ogni corteccia, ogni pezzo di legno lascia il suo segno: sperimentiamo la tecnica del frottage per osservare i
disegni di linee creati dal legno e dalle diverse cortecce.
Dopo aver sentito con le mani…sentiamo con i piedi attraverso un percorso sensoriale su rami, sezioni di
tronco, trucioli e segatura. Poi giochiamo liberamente con questi materiali e raccontiamo le nostre
sensazioni. In un secondo momento riutilizzeremo i trucioli e la segatura per realizzare opere d’arte.
Sperimentiamo la rigidità di Pinocchio con il nostro corpo attraverso giochi motori, scoprendo l’importanza
delle articolazioni che ci permettono di muoverci con libertà. Infine ci trasformiamo in pezzi di legno per
realizzare…una catasta di bambini che si divertono!
I bambini sono curiosi, vogliono sapere come proseguiranno le avventure di questo speciale burattino e noi
non vediamo l’ora di svelar loro, poco alla volta, la storia che li aiuterà a crescere.
Le maestre Paola e Sara della squadra dei blu