Lunedì 21 marzo la classe 2^A dell’istituto papa Giovanni XXIII, plesso Marconi, ha avuto la possibilità di incontrare la ricercatrice Chiara Ambrogio.
L’incontro, organizzato dalla professoressa Annalisa Catalano e avvenuto tramite la piattaforma google meet, ha rappresentato un’occasione imperdibile per far dialogare gli studenti con la biotecnologa e oncologa molecolare, che attualmente lavora presso il laboratorio al Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Biotecnologie Molecolari (MBC) dell’Università di Torino, dopo aver vinto il grant Career Development Award Armenise Harvard e aver fatto ricerca per oltre dieci anni in Spagna e negli Stati Uniti. È inoltre un incontro che si inserisce in un più ampio progetto che la classe sta conducendo sulle tematiche STEAM.
In preparazione al confronto con la biotecnologa, gli studenti hanno elaborato e raccolto una serie domande che hanno poi rivolto alla dott.ssa Ambrogio. Domande che si sono susseguite per tutta l’ora, al termine della quale molti ragazzi avrebbero voluto mantenere il collegamento e continuare a dialogare insieme.
Fra le domande ricorrenti, le principali nascevano dallo stupore per la ricerca condotta dalla biotecnologa sulla mutazione genetica di KRAS nel cancro ai polmoni. Anche il percorso formativo e lavorativo, in Italia e all’estero, ha destato molti interrogativi, così come le domande vertenti sull’essere una scienziata. Cosa significa essere donna e condurre un’ importante lavoro di ricerca in ambito scientifico? Implica necessariamente trovarsi in inferiorità numerica e subire pregiudizi? A questa domanda, la dottoressa ha spiegato che fortunatamente oggi le cose stanno cambiando: molte ragazze scelgono di dedicarsi alle materie STEAM e negli ultimi dieci anni anche i posti di direzione sono stati occupati da sempre più donne (a cominciare proprio dal MBC). In futuro la selezione diventerà sempre più equa, basata solo sulla meritocrazia indipendentemente dal genere. Circa il proprio percorso formativo, la biotecnologa ha raccontato un aneddoto curioso: la facoltà di biotecnologia medica è stata intrapresa sulla base di un errore, aveva infatti confuso il giorno del test di ammissione a medicina. Come per la scienza, anche nella vita gli errori possono portare a nuove prospettive e possibilità.
Al termine dell’incontro è stata la dottoressa Ambrogio a porre una domanda agli studenti: quali sono le caratteristiche fondamentali di un bravo scienziato?
Le risposte sono state ricercate insieme: la curiosità, la perseveranza, l’attitudine a porsi domande e a confrontarsi con gli altri, la generosità nel condividere il proprio lavoro e soprattutto un atteggiamento ottimistico, essenziale per affrontare le inevitabili frustrazioni sottese al lavoro dello scienziato. Tutte caratteristiche che gli studenti hanno potuto osservare in Chiara Ambrogio durante l’ora trascorsa insieme.